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Interviste

Esperienze e Riflessioni di un Sviluppatore Italiano in Norvegia

TechCompenso Team
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🚀 Oggi abbiamo il piacere di intervistare Francesco Sacco, uno sviluppatore full-stack originario del sud Italia, che dopo diverse esperienze lavorative nel Bel Paese, ha deciso di trasferirsi in Norvegia. La sua storia offre uno sguardo interessante sulle differenze lavorative e culturali nel settore tech tra Italia e Norvegia.

Di seguito trovate l’intervista completa:

Introduzione Personale

🔍 TechCompenso: “Potresti raccontarci brevemente di te e del tuo percorso professionale?”

🗣️ Francesco: Proveniente dal sud Italia, il mio viaggio accademico e professionale ha avuto inizio con lo studio di ingegneria informatica a Roma. Successivamente, ho avuto l’opportunità di lavorare con alcune aziende di prodotto di medie e grandi dimensioni nel settore tecnologico, accumulando un’esperienza lavorativa di circa 3-4 anni come sviluppatore full-stack. Tuttavia, le realtà lavorative che ho avuto modo di conoscere, sia direttamente che tramite amici e colleghi, si sono dimostrate molto diverse da ciò che mi aspettavo, in particolare per quanto riguarda ambiente lavorativo, opportunità economiche e di crescita professionale. Questo ha portato ad un periodo di introspezione e dubbi sulle mie scelte di carriera. Di fronte a queste incertezze, avendo anche altre passioni ed interessi, ho deciso di prendere una breve pausa e riflettere sul mio futuro professionale. Alla fine, ho scelto di dare un’ultima chance alla mia carriera nel settore tecnologico, cercando opportunità di lavoro all’estero, precisamente in Norvegia dove allora avevo già qualche aggancio. In poco tempo, sono riuscito ad ottenere diverse proposte di lavoro, tra cui una che ho accettato e che, dopo 4-5 anni, svolgo ancora con passione e impegno.

Carriera e Compensi

🔍 TechCompenso: “Dicci un po’ delle differenze sui compensi e i benefit per gli sviluppatori in Norvegia rispetto all’Italia, e quali fattori credi che influenzino queste differenze?”

🗣️ Francesco:

  • In Italia nel 2017 come primo compenso da sviluppatore guadagnavo circa 19k lordi mentre in Norvegia uno dei miei amici, al primo lavoro, guadagnava già poco più di 40k lordi, persino senza possedere un titolo universitario in ambito ingegneristico o IT.
  • In Italia non avevo alcun benefit eccetto dei buoni pasto da 5€ per ogni presenza effettiva del mese precedente. Inoltre, avevo degli orari di lavoro abbastanza rigidi e dovevo timbrare il cartellino ad ogni pausa o uscita. Qui in Norvegia, ho ricevuto molti più benefit (più dettagli in seguito), e in genere nessuno controlla quanto tempo lavori o quante pause fai. Ogni mese, ricevi lo stesso stipendio, indipendentemente dalle ore effettivamente lavorate. Forse, dopo tutto, ciò che conta sono i risultati.
  • I fattori potrebbero essere molti. Per cominciare, sembrerebbe che nel mercato tech norvegese ci sia più offerta che domanda; molte imprese/start-up e non abbastanza professionisti. Le aziende dunque combattono per assicurarsi i migliori, e talvolta possono soltanto attingere dal personale di altre aziende cercando di essere più competitivi. Poi forse in generale c’è anche meno ignoranza e più cultura attorno la figura dello sviluppatore, che dunque è più riconosciuta per il valore che crea.

Costo Vita-Lavoro e Stipendio

🔍 TechCompenso: “Come valuti il rapporto tra costo della vita e stipendio in Norvegia? Riesci a mantenere un buon tenore di vita con il tuo stipendio da sviluppatore?”

🗣️ Francesco: Rispetto all’Italia, il costo della vita qui è abbastanza elevato. Tuttavia, con lo stipendio di uno sviluppatore, è decisamente possibile mantenere un buon tenore di vita. Inoltre, se non si hanno molte spese extra o vizi particolari, è possibile mettere da parte anche somme considerevoli. Nonostante il costo della vita sia alto, non è molto diverso da quello delle grandi città italiane come ad esempio Milano. La differenza è che qui, in genere, si riceve un compenso più adeguato, e l’affitto può arrivare a costare persino di meno.

🔍 TechCompenso: “Quanto guadagnavi in Italia? Hai notato significativi cambiamenti nel tuo compenso (stipendio, bonus, benefit) appena ti sei trasferito in Norvegia?”

🗣️ Francesco: Nel 2017, in Italia, guadagnavo 19k al mio primo lavoro, arrivando fino a un massimo di circa 23k. Dopo il trasferimento, il mio primo stipendio era di 55k, un aumento del +140%. Inoltre, ho ricevuto vari benefit, come:

- Servizio pranzo a buffet

- Frigorifero e dispensa con snack e bevande in ufficio

- Uno smartphone personale a mia scelta

- Una SIM con piano telefonico pagato

- Abbonamento internet per casa pagato

- Assicurazione per viaggi di lavoro e tempo libero

- Assicurazione sanitaria estesa

- Una settimana di ferie retribuita in più del minimo nazionale

- Assenze per trasloco retribuite

- Versamenti mensili in un fondo pensione privato

- Regalo di Natale a mia scelta

- Accesso gratuito a corsi online su Pluralsight

- Hackdays

- Bonus di fine anno

- Sconto per una certa catena di palestre

- Sconto per una certa catena di hotel

- Stock options

- Forse altre robe che non ricordo, ma insomma rende l’idea.

Tutto ciò senza contare la possibilità di lavorare da remoto a mia discrezione e di avere orari di lavoro flessibili (lavorare qualche ora in più oggi, per poi lavorare meno un altro giorno) che qui sono abbastanza la normalità.

🔍 TechCompenso: “Come la tassazione in Norvegia impatta il tuo salario netto rispetto all’Italia? Ritieni che il sistema fiscale norvegese sia più o meno vantaggioso per i professionisti nel settore tecnologico?”

🗣️ Francesco: In Norvegia, pago attorno il 32% di tasse su uno stipendio che in Italia sarebbe tassato attorno il 40%. Comunque tanto, ma considerati i servizi offerti dal settore pubblico, non mi lamento.

🔍 TechCompenso: “La tua azienda prevede un percorso di crescita professionale? C’e una revisione dello stipendio annuale?”

🗣️ Francesco:

- La mia azienda consente di partecipare a corsi e ottenere certificazioni del settore, oppure facilita l’organizzazione di workshop formativi.

- Sì, qui è abbastanza comune che con cadenza annuale venga effettuata una revisione dello stipendio, indipendentemente da eventuali promozioni. Questo aiuta a mantenere il valore della retribuzione nel tempo, impedendo che venga eroso dall’aumento del costo della vita, e lo allinea agli standard di mercato. Forse anche per questo ci sono meno turnover.

Equilibrio Vita-Lavoro

🔍 TechCompenso: : “Il ‘crunch time’ (lavoro intensivo per lunghe ore) è un problema nel settore tecnologico in Norvegia come viene spesso riportato per altri paesi come in Italia? Qual è la tua opinione a riguardo?”

🗣️ Francesco: Ovviamente, non posso generalizzare per tutte le aziende tecnologiche norvegesi, ma la mia percezione è che le scadenze qui siano molto flessibili e che anche il fallimento sia gestito in modo più rilassato e rispettoso verso l’individuo. Di solito, alle 15:59, i miei colleghi, figure manageriali incluse, mi augurano “buona cena” e si dirigono verso casa o vanno a prendere i figli all’asilo. Il mondo si può salvare anche domani.

🔍 TechCompenso: : “Dalla tua esperienza come è visto in Norvegia il Remote working e nello specifico nella tua azienda? Per esempio qui in Italia molte aziende hanno spinto per un ritorno dei lavoratori in ufficio almeno per un paio di giorni a settimana?”

🗣️ Francesco: Credo che in generale qui il lavoro da remoto non venga percepito come una minaccia alla produttività. Ciò che è interessante osservare è che, qui, nonostante la possibilità di lavorare da remoto a propria discrezione, un numero significativo di dipendenti sceglie comunque di trascorrere buona parte della settimana in ufficio. Probabilmente, gli stessi spazi di lavoro, in genere accoglienti, ed un ambiente lavorativo più rilassato incoraggiano ancor più la presenza fisica.

Ritorno in Italia

🔍 TechCompenso: “A quali condizioni torneresti in Italia? C’è qualche azienda in particolare che ti intriga?”

🗣️ Francesco: Non sono sicuro se ritornerei in Italia per lavorare, neppure se le retribuzioni fossero più elevate. Mi sono reso conto che ci sono molti aspetti culturali importanti che dovrebbero essere affrontati e non sottovalutati. Al momento non mi viene in mente alcuna azienda in particolare che mi possa invogliare al ritorno e, se proprio dovessi tornare, penso che cercherei comunque un lavoro da remoto presso un’azienda con sede all’estero.

💬 Speriamo che questa intervista con Francesco vi abbia fornito interessanti spunti di riflessione sulle differenze tra il mercato del lavoro tech in Italia e in Norvegia.

Grazie per aver seguito questa intervista e un ringraziamento speciale a Francesco per aver condiviso la sua storia e le sue riflessioni con noi. Continuate a seguirci per altre interviste e approfondimenti nel mondo del tech e del lavoro.

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